A Santa Venerina nasce il primo beershop della zona. All’interno del nostro suggestivo locale che unisce la tradizione birraria belga e tedesca alla cucina del nostro territorio trova spazio una area dedicata alla vendita di specialità belghe eccezionali. Le grandi Birre del Belgio, vero paradiso delle  Ale (birre ad alta fermentazione), potete degustarle da noi e adesso, grazie al nostro beershop, portarle a casa scegliendo tra le migliori etichette esistenti al mondo. 

 Il Belgio è effettivamente il vero paradiso della birra, una regione dell’Europa dove è possibile trovare centinaia di piccoli birrifici che puntano tutto sulla grande tradizione brassicola millenaria, materie prime straordinarie, stili birrari che solo in Belgio raggiungono il massimo della qualità esprimibile. 


La ricchezza del beershop  la La Mansarda  è nella varietà , troverete birre scure - birre chiare - birre strong ale - birre aromatiche. Ogni birra del nostro beershop ha una sua caratteristica di colore, di profumi, di sapori 
propria che la rende unica .

La storia della Birra

La birra, forse dal latino “bibere” cioè bere, è una bevanda ottenuta per fermentazione alcoolica di una decozione acquosa di malto d’orzo, di frumento o di altri cereali, mescolata a sostanze aromatizzanti come il luppolo e contenente anidride carbonica.  

La birra è nata con le prime civiltà ed è probabilmente una delle più antiche bevande alcoliche del mondo. Nella produzione vengono utilizzati malti e luppoli diversi e soprattutto lieviti diversi, quindi metodi produttivi variabili: il tipo di lievito ed il metodo di produzione possono essere usati per classificare le birre in ale, lager  che sono le due grandi famiglie birrarie.

La birra si è caratterizzata nell’arco dei secoli per due qualità: la sua presenza universale e la sua grande  popolarità in ogni ceto sociale. Non si sa con esattezza dove sia nata, forse in Mesopotamia o in Egitto, in Scozia o a Malta. Già 6000 anni fa non una birra, ma svariate tipologie, poiché già in quel periodo si distinguevano birre scure, chiare, rosse, forti, dolci e aromatiche. Descrizioni molto precise sui procedimenti di lavorazione della birra, oltre alle immancabili minuziose contabilità di produzione, scorte e commercio, si trovano nei "Codici Hammurabici". Analoga importanza aveva la birra in Antico Egitto, Fin dall’infanzia si abituavano i sudditi dei faraoni a bere questa bevanda, considerata anche alimento e medicina. 


Nell’antica Roma la birra era conosciuta, come racconta C. Plinio  che scriveva come la birra a Roma era conosciuta, ma poco consumata. Nelle Province invece era molto apprezzata e largamente diffusa dalla penisola iberica alla Francia all’Egitto e nella Historia ce ne descrive minuziosamente due tipi: la  zythum egiziana e la cerevisia della Gallia.

Il Medioevo vide la birra protagonista soprattutto per merito dei monasteri, che operarono un decisivo salto di qualità nella produzione della bevanda introducendo anche alcuni nuovi ingredienti, tra i quali il luppolo. Dobbiamo arrivare al 1516, al famoso editto di Guglielmo IV di Baviera, per avere una  precisa regolamentazione circa la corretta preparazione della birra, come prescritto dal "Das Reinheitsgebot", letteralmente "legge della purezza". In questa, oltre a stabilire precise quotazioni di mercato, secondo qualità e misure, si stabiliva: "....in particolare vogliamo che d’ora in avanti nelle nostre città, mercati e paesi, non sia usata o venduta alcuna birra con altri ingredienti che non siano solo luppolo, malto d’orzo e acqua....." 

Anche nell’antica Inghilterra, sino dai tempi della romana Britannia, era in uso la preparazione della birra di orzo, preparata artigianalmente per l’uso familiare e aromatizzata con rosmarino e verbena. In Gran Bretagna la birra, chiamata ale, diventò bevanda nazionale in quanto l’acqua usata per la sua produzione veniva bollita e sterilizzata. Ciò rappresentava una garanzia in un periodo in cui l’acqua era spesso infetta. Nella pratica brassicola inglese il luppolo venne introdotto assai tardi, da belgi emigrati,  nella birra nazionale, che continuò a chiamarsi ale, in contrapposizione ai prodotti continentali luppolati, detti beer. 

La Straordinaria qualità delle birre del Belgio


Nel Belgio del Medioevo il termine birra era usato in connessione ai monasteri e la presenza di birrerie all’interno dei monasteri stessi. Ogni birreria produceva differenti tipi di birra. La migliore chiamata prima melia o celia, la seconda cervisia, La terzia e in più veniva prodotta una birra con miele, cervisia mellia, simile al sidro.
Nelle  Fiandre, ricche di frumento, si utilizzava maggiormente questo cereale per la produzione di birra, così come l’avena. 

Secondo le materie prime disponibili e le abitudini locali, vi fu uno sviluppo di stili regionali, alcuni dei quali arrivati fino ai giorni nostri: la Ale (di cui si trovano le prime notizie nel 1322), la Blanche o WitBier ( dal 1354 ) e la Lambic o Lambiek ( 1559 ).  La fermentazione spontanea era l’unico tipo di fermentazione esistente e il mastro birraio era definito un alchimista e per secoli gli unici lieviti conosciuti furono quelli che salivano in superficie nel corso della fermentazione. Si definì così l’Alta Fermentazione nelle produzioni di birra, che tutt’oggi è il metodo più seguito per la produzione di birre belghe. 
L’Abate del Monastero Cistercense di La Trappe, reintrodusse le regole della stretta osservanza nella vita ecclesiastica; altri monasteri che seguirono questa linea si appellarono Trappisti.  Nel Belgio, ci sono soltanto sei birrerie Trappiste: Westmalle, Rochefort, Chimay, Orval, Westvleteren e Achel. 
Nel Belgio nei primi del ‘900 esistevano circa 3300 birrerie, quasi una per villaggio. In generale erano piccole birrerie artigianali ed autonome. Il Belgio è considerato da tutti gli esperti il paradiso della birra  e nessun altro paese può orgogliosamente produrre una varietà di oltre 500 birre. 

 

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